Mobilitazioni, discussioni, confronti istituzionali a cui presentare non solo problematiche, ma anche proposte per invertire quella parabola calante che vede il sistema sanitario pubblico sempre più schiacciato a favore della sanità privata con anziani e fragili senza tutele e diritti, neanche quelli sanciti dalla Costituzione.Se ne è parlato a Lamezia durante l’iniziativa dello Spi Cgil Calabria “Una sanità a misura di anziano. Dall’analisi sociosanitaria in Calabria alle nuove opportunità” a cui hanno preso parte il Segretario Generale Spi Cgil Calabria Carmelo Gullì, la Segretaria Spi Cgil Calabria Rossella Napolano e il Segretario Cgil Calabria Luigi Veraldi. A concludere il Segretario Spi Cgil Nazionale Stefano Cecconi.
Dalla rete ospedaliera insufficiente, ad una medicina territoriale svuotata fino ai ritardi nella nascita delle Case della Salute e ai fondi del Pnrr, si è discusso a più voci, con il contributo dei Segretari territoriali.Negativo il giudizio sul Pnrr che provvede a finanziare gli investimenti e solo in piccola parte le spese gestionali relative al personale, non riuscendo a ribaltare il paradigma della sanità basata sulle strutture rispetto ad un sistema fatto per le persone e dalle persone, mentre per combattere la desertificazione della medicina territoriale si sarebbe potuto dare un po’ d’acqua con investimenti sulla telemedicina e teleassistenza, sulle ambulanze medicalizzate, con l’incremento di elisoccorso in attesa di tutti questi cambiamenti.Intorno all’importante partita del riassetto della medicina di prossimità e non solo, bisogna segnalare la crescita di processi virtuosi di interessi collettivi a tutela della salute dei cittadini e delle cittadine calabresi. Si tratta di una fitta trama di soggetti sociali che contribuisce in maniera collettiva alla costruzione di un più equo sistema sanitario regionale su diversi fronti (quello della partecipazione, della salute mentale, delle dipendenze e della riabilitazione, ecc.).Rispetto alle aree interne lo Spi denuncia la mancata attuazione della D.G.R. 215/2018, completamente disattesa nel suo intento di incentivare una maggiore integrazione socio-sanitaria e la continuità dei percorsi assistenziali integrati ed invita ad attuare in tutta la regione Aggregazioni funzionali territoriali h12 e Unità Complesse di Cure Primarie h24.Tra le proposte del sindacato l’istituzione di un Osservatorio epidemiologico regionale in grado di garantire una conoscenza delle condizioni di salute nelle aree interne e del territorio regionale per orientare una programmazione sociosanitaria davvero rispondente ai diversi bisogni esistenti in Calabria; l’estensione di una maggiore partecipazione non solo ai sindaci ma anche alle associazioni di volontariato che rappresentano i pazienti e i loro familiari ai fini di una più estesa co-progettazione e co-programmazione con e per il territorio.
“Lo Spi Cgil Calabria, in merito alle politiche socio – sanitarie -ha dichiarato Carmelo Gullì- avvierà da subito interlocuzioni unitarie e istituzionali, non solo con i sindaci degli ambiti, ma anche con gli altri primi cittadini per capire e agire, per la realizzazione di quanto programmato per il 2024 ed iniziare un percorso di confronto che porti ad un’adeguata programmazione per il 2025.Dettagliata e minuziosa la relazione della Segretaria Spi Cgil Rossella Napolano che ha affermato: “E’ grave e democraticamente preoccupante che ciò che è avvenuto negli ultimi anni di importante nel campo sociosanitario in Calabria, dal piano di rientro, ai piani ospedalieri e territoriali, sia avvenuto senza il confronto con le forze sindacali”.Ha annunciato una stagione di vertenze il Segretario Cgil Calabria Luigi Veraldi promuovendo in particolare quelle territoriali e invitando le categorie a parlare “tutte lo stesso idioma”. Il Segretario Nazionale Cecconi ha concluso invitando a tenere alta la mobilitazione sia a livello nazionale che nei territori e annunciando proposte di legge di iniziativa popolare a sostegno del sistema sanitario pubblico universale.