Il disegno dovrà ora passare alla Camera e al Senato. Lo Spi, fiducioso, è pronto a dare
battaglia per una norma che ridisegna le politiche sociosanitarie del Paese e il welfare
Tre milioni e mezzo di persone coinvolte in maniera diretta perché non autosufficienti, dieci milioni in tutto
considerando i familiari e i caregivers. Ora che il disegno di legge sulla non autosufficienza delle persone
anziane ha superato la frontiera del governo, una buona fetta della popolazione italiana e calabrese può
tirare un sospiro di sollievo. L’ultimo consiglio dei ministri dell’era Draghi mette fine ad un percorso lungo
venti anni per lo Spi, dietro cui ci sono state sollecitazioni continue.
Un sì che cambierà la vita a molti e che in un Paese che sta invecchiando rapidamente non poteva essere
rimandato oltre. Secondo l’ultimo Censimento Istat la fascia oltre i 65 anni di età è passata in Calabria dal
17,1% del 2001 al 22,9% del 2021. Quella tra i 55 e 64 anni di età ricopre un altro 17,5%, mentre i calabresi
con oltre 55 anni di età rappresentano il 40,4% del totale della popolazione.
C’è molto da fare per adeguare welfare e territori, per costruire dei validi binari di politiche sociali sui quali
camminare e questa legge è più che un avvio verso una società che riconosca e dia valore, oltre che rispetto
e dignità, ai più fragili. Soprattutto in Calabria, perché quando si potrà parlare finalmente di legge
l’applicazione regione per regione avrà diverse sfumature, incontrando in alcune sicuramente più facilità e
in altre discrasie e incrostazioni difficili da limare per una vera applicazione delle norme.
Il primo ambito nel quale la futura norma detta la linea al Governo per l’adozione di un decreto attuativo è
quello dell’invecchiamento attivo, dell’inclusione sociale e della prevenzione della fragilità (articolo 3).
In sostanza, bisognerà lavorare su misure che vadano a contrastare l’isolamento e la marginalizzazione,
puntando, al contrario, al riordino, al potenziamento e all’integrazione delle diverse misure di assistenza
sociale, sanitaria e sociosanitaria o a promuovere azioni di sanità preventiva a domicilio, ma anche allo
sviluppo di interventi per la solidarietà e la coesione tra generazioni. Ma in questo progetto di integrazione
sociosanitaria, la Calabria parte in sostanza da zero.
Importante è poi il successivo articolo del disegno, quello che va a delineare una nuova governance
nell’assistenza agli anziani, incentrata sul Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente
(SNAA). Pezzi fondamentali di questo percorso sono una programmazione integrata, una valutazione e un
monitoraggio degli interventi e dei servizi statali e territoriali. Uno strumento quest’ultimo che dovrebbe
consentire, tra l’altro, il superamento dei divari territoriali in fatto di assistenza agli anziani, mettendo un
freno a quell’Italia a due velocità a cui siamo da tempo abituati.
Nel nuovo disegno ci sono una serie di elementi preesistenti, quali i punti unici di accesso (PUA), i progetti
individualizzati di assistenza integrata (PAI), o gli ambiti territoriali sociali (ATS), ma in un’ottica più organica
e sistematica, garantita, tra l’altro, da un efficace sistema di monitoraggio delle diverse tipologie di
prestazione ricomprese nei Leps da integrare sempre con i Lea sanitari. In sintesi, viene progettato un
Punto Unico di Accesso nella Casa della Comunità (le nuove strutture sui territori nei quali il cittadino può
trovare informazioni e servizi di assistenza sanitaria) in grado di orientare i caregiver sugli interventi
disponibili e sulle pratiche amministrative da svolgere.
Un modo per mettere ordine in una burocrazia che dà notizie frammentarie che spesso il caregiver
raccoglie mozzichi e bocconi tra Asl, Inps, Comuni e Regione. Ma sui caregivers lo Spi vuole maggiore
chiarezza e certezza sulle tutele, trattandosi di persone private spesso di tutto e che hanno necessità di un
vero e proprio riconoscimento.
Ma unitaria sarà soprattutto la rilevazione e certificazione dei bisogni della persona anziana, con una sola
Valutazione Nazionale di Base (VNB) che assorbirà le diverse valutazioni nazionali oggi esistenti e definirà la
possibilità di ricevere le prestazioni statali, mentre una successiva valutazione multidimensionale
territoriale, a partire dai dati già raccolti con la VNB, stabilirà l’accesso alle prestazioni locali di Comuni e
Regioni.
Con la prossima legge di bilancio, inoltre, verrà istituito un “Fondo per la prestazione universale per gli
anziani non autosufficienti” investire sulla sperimentazione di una prestazione universale, a scelta del
soggetto benefic su dove verranno trovati i fondi lo Spi attende delucidazioni, temendo che in Calabria
Il disegno di legge dovrà essere trasmesso alla Camera e al Senato per l’approvazione definitiva entro
marzo 2023. A questo punto, entrata in vigore la legge vera e propria, il Governo avrà tempo fino al 1°
marzo 2024 per adottare i decreti attuativi e far partire concretamente il meccanismo di assistenza. Nel
frattempo entrerà in vigore il nuovo Piano nazionale per la Non Autosufficienza 2022-2024 che anticipa
alcune delle misure previste dal DdL.
C’è ancora molto da fare, da attendere e da valutare. Lo Spi Cgil Calabria che da anni è impegnato in prima
è pronto a vigilare, a fare da pungolo, portando avanti quelle conoscenze sul territorio e le sue falle di
sistema ormai conosciute negli anni così come i bisogni della fascia di popolazione più anziana.